Perché Donare

L’impetuosa trasformazione della società da agricola in società prevalentemente industriale ha comportato, unicamente ai vantaggi dovuti al progresso scientifico e all’evoluzione tecnica, anche uno strascico enorme di pericoli assolutamente inimmaginabili solo cinquant’anni fa.
Mai come in quest’era di evoluzione tecnologica la vita umana è stata così costantemente insidiata dai pericoli più vari. Basti pensare alla nuova patologia delle malattie degenerative, degli inquinamenti industriali, delle nevrosi di adattamento, della traumatologia stradale, al drammatico dilatarsi degli incidenti sul lavoro e all’imperversare di quei nuovi mali (infarti e tumori) che sembrano voler continuare nei nostri tempi il flagello della antiche epidemie. Il tutto aggravato dall’immenso sviluppo demografico di per se stesso fattore di moltiplicazione delle malattie e dei decessi in proporzione alla moltiplicazione degli individui.
Questa smisurata proliferazione di occasioni pericolose richiede una complessa e continua assistenza medica che annovera l’impiego del sangue in misura, di giorno in giorno, sempre più estesa, non soltanto per le immediate esigenze delle più diverse eventualità traumatiche dovute a incidenti o a infortuni, ma anche per l’evoluzione della tecnica chirurgica che, proprio su un’adeguata disponibilità di sangue, fonda la sua possibilità di azione.
Mentre in passato si ricorreva alla trasfusione di sangue, in ostetricia e in chirurgia d’urgenza, quasi soltanto in casi gravi di emorragie, oggi la trasfusione viene impiegata in tutti i campi specializzati della medicina e costituisce la normale protezione per tutte le maggiori operazioni chirurgiche, come ad esempio quelle al cervello, ai polmoni, al cuore.

Per fare tutto questo non potevamo rimanere isolati in questo meraviglioso mondo di volontari e si è reso necessario affiancarci e aderire ad una Associazione di levatura nazionale che ci possa fornire aiuto legale, fiscale, amministrativo, pubblicitario, quest’ultimo tanto necessario per farci conoscere sempre più e acquisire nuovi donatori specialmente fra i giovani.

Proviamo a pensare all’impiego di sangue nella cardiochirurgia, dove dai primi tentativi di correzione di alcune lesioni valvolari si è passati al trattamento delle malformazioni congenite, anche più complesse, risolte spesso con l’applicazione di speciali protesi sostitutive; pensiamo alla chirurgia coronarica, ai trapianti ecc.
E’ questo un settore della chirurgia altamente specializzato che si avvale di metodiche e di attrezzature perfezionatissime sia per l’esatto e completo accertamento della diagnosi che per l’esecuzione degli interventi correttivi, molti dei quali presuppongono arresti cardiaci assai prolungati e, quindi, l’uso delle macchine cuore- polmone. Sono queste delle apparecchiatura che permettono la cosiddetta “circolazione extracorporea”, vale a dire la possibilità si assicurare la normale circolazione dei sangue nell’organismo senza l’intervento del cuore che rimane, invece, fermo per le necessità operatorie del caso.
Orbene, il riempimento della macchina cuore-polmone avviene solo con sangue fresco (occorrono circa dieci donatori) senza contare quello che serve per la sostituzione di quanto può essersi perduto sia durante le fasi di preparazione di tutta l’operazione che nel periodo post-operatorio per lo stillicidio di sangue che si produce tanto dalle ferite cardiache quanto dalle altre superfici incise e che, per le condizioni sempre precarie di questi pazienti, vanno sempre e immediatamente compensate.
L’importanza della disponibilità di sangue per tali interventi risalta in tutta la sua núsura quando si consideri, ad esempio, che in passato un bambino affetto da un grave vizio cardiaco congenito era un invalido per tutta la vita e che per questo, non avrebbe mai potuto apprendere ed esercitare una professione mentre invece oggi, proprio grazie alla possibilità di impiego della macchina cuore-polmoni, questo vizio cardiaco può essere chirurgicamente migliorato a tal punto che colui che ne è colpito si trova poi nella vita a non dover fare assegnamento sugli altri. Anche in medicina interna la pratica trasfusionale ha grande importanza.
Basta accennare alla cura delle varie forme di anemia, congenita o acquisita; alla compensazione di emorragie per insufficienza di fíbrinogeno, per stato emofilico, per lesione del tubo gastro-enterico o dell’apparato respiratorio; al trattamento delle ustioni, all’applicazione del rene artificiale, alla diminuzione del patrimonio piastrinico o leucocitario reintegrato con trasfusioni di plasma arricchito di piastrine o di globuli bianchi; alle exanguino-trasfusioni eseguite su neonati colpiti da eritroblastosi o sugli adulti affetti da intossicazioni nocive o da infezioni gravi.
Si sono registrati casi di epatite virale acuta in cui la sostituzione completa del sangue è stata praticata tre volte in otto giorni. Per concludere si può affermare, senza tema di esagerare, che l’impiego del sangue e dei suoi derivati è un’esigenza fondamentale e insostituibile della medicina moderna